Come addormentare un neonato: consigli e strategie utili

Tutti sembrano sapere come addormentare un neonato. Che siano genitori, nonni o estranei (a volte anche senza figli), molte sono le persone pronte a dare consigli su come è meglio addormentare un bambino.

I genitori sanno che non sempre però è così facile mettere a dormire un neonato, specie nel suo lettino e può diventa uno dei problemi più immediati da risolvere dopo il parto, insieme all’allattamento e all’igiene. Le difficoltà sono molte e a seconda delle fasi di crescita può diventare sempre più complicato.

Anche io con mia figlia ci sono passata e le messe a letto erano un incubo finché non ho capito che se osserviamo i bambini sono loro stessi a dirci cosa non va.

Comme addormentare un neonato?

In questo articolo troverai alcuni utili consigli su come favorire il sonno del piccino, come farlo addormentare, le posizioni migliori in cui il bambino si sente a suo agio per addormentarsi velocemente e le problematiche in cui potrai incorrere per far addormentare il neonato.

Come aiutare il neonato a dormire: i segreti per addormentare il neonato

I metodi per far dormire i bambini sono numerosi e, nel tempo, è importante individuare tutti quelli più efficaci per il nostro bimbo. I sistemi più antichi del mondo per addormentare i neonati sono le ninne nanne, cullare amorevolmente il bambino o portarlo a spasso in passeggino.

Tuttavia, è possibile affidarsi anche ai metodi scientifici.

In un libro del dottor William Sears, ad esempio, si consiglia di lasciare che i bambini si addormentino nel letto insieme ai genitori, cosicché si possano abituare ai loro ritmi.

Il pediatra statunitense, fautore dell’attaccamento genitoriale e del cosleeping, sostiene che la presenza fisica delle mamme e dei papà e la loro vicinanza rassicura il neonato, il quale dovrebbe addormentarsi velocemente e serenamente.

Anche creare una routine fin dalla nascita, cadenzando gli eventi della giornata come dormire, mangiare, passeggiata, bagnetto e stabilire a che ora mettere a letto il neonato porta il bambino ad avere una maggiore regolarità. Se ogni giorno, al momento della buonanotte, accadono le stesse cose, il neonato riesce ad apprendere queste abitudini e anche a dormire bene.

Se il neonato o la neonata dorme solo in braccio, potresti aiutarti con il cuscino allattamento o con una fascia, prodotti che alleggeriscono il peso per i genitori e permettono di mettere nella posizione corretta la schiena del neonato.

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Qual è la posizione migliore per far dormire un neonato?

I neonati possono dormire a pancia in giù? Potrebbero rigurgitare? Riescono a girarsi da soli?

Le paure e i dubbi sulla corretta posizione per far dormire un neonato sono molti e assalgono ogni genitore nei primi mesi di vita.

Secondo le statistiche, la SIDS del neonato (sindrome della morte improvvisa del lattante, morte in culla o Sudden infant death syndrome ) colpisce lo 0,5% dei bambini in Italia nel primo anno, prevalentemente tra i primi 2- 4 mesi di vita, ossia circa 250/300 bambini ogni anno. 

Gli specialisti dell’Istituto Superiore della Sanità spiegano che, a pancia in su, è la posizione del neonato per dormire più corretta per prevenire la Sids. A differenza di quanto si creda, questo metodo non comporta un maggior rischio per chi ha il problema del rigurgito.

Se il bambino fa i capricci per dormire a pancia in su bisogna adottare dei piccoli accorgimenti come ad esempio farlo addormentare tra le braccia dei genitori e poi adagiarlo in modo delicato.

Neonato: cuscino sì o no?

Per avere un sonno sicuro è importante che il bambino dorma su una superficie piatta, con la schiena ben distesa, senza cuscini o materiali soffici e ingombranti (bisogna togliere tutto, compresi i giochini). Il cuscino per il neonato, quindi, è superfluo e potrebbe risultare pericoloso.

I neonati possono dormire sul cuscino da allattamento?

La risposta è no! La ciambella del neonato serve per allattare o per far giocare il bebè ma non deve assolutamente essere utilizzata nella routine per far dormire il bambino.

Ricorda anche di non coprire troppo il neonato per evitare che scivoli sotto le coperte durante la nanna.

Dove far dormire un neonato?

Un altro dubbio comune dopo il parto è dove far dormire un neonato i primi mesi: culletta, lettino con riduttore o carrozzina?  

Molti genitori, appena tornati a casa con il nuovo membro della famiglia, si interrogano e chiedono consigli su quale sia il posto giusto in cui far dormire il proprio piccolo. 

Il consiglio più frequente è quello di far dormire il neonato nei primi mesi di vita vicino alle mamme, nella camera dei genitori. Questa scelta ha diversi vantaggi: facilita le poppate notturne, permette un maggiore controllo sulle attività del bambino, trasmette serenità al piccolo e rafforza il legame con la mamma.

Ma si può far dormire il neonato nel lettone con mamma e papà fin dalla nascita?

Questa è un’alternativa che deve essere valutata dalle famiglie, considerando i pro e i contro, ma non è detto che funzioni. Se da un lato potrebbero esserci alcuni rischi per il piccolo e la mancanza di intimità per la coppia, dall’altro il cosleeping è comodo e permette alla madre che allatta di riposare di più. 

Nella carrozzina

Far dormire il nostro neonato nella carrozzina anche in casa, per la sua multifunzione e per la sua facilità nello spostamento, può essere una valida soluzione per le prime settimane.

La prima cosa da capire è se il piccolo sia a suo agio e in sicurezza. Ad esempio, se lo spazio è troppo grande e il neonato non vuole stare nella carrozzina, si può mettere la copertina in fondo ai piedi, in modo che il bebè possa toccarla e sentirsi sicuro.

Cullare il neonato tenendogli la manina e garantendo un contatto visivo sicuramente rassicurerà il vostro piccolo, così da non fargli percepire tutto il distacco e mantenere un collegamento importante con i propri genitori.

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Nella culla

Una culletta vicino, o attaccata al lettone, può essere una valida soluzione per avere il neonato vicino senza tenerlo nel letto. 

Come abituare il neonato a dormire nella culla?

Una culla non troppo ampia fa sentire il bambino protetto come se fosse nella pancia della mamma. Basta utilizzare tutti i supporti che lo rendano sia protetto che in sicurezza. Inoltre, non deve avere un materasso rigido e bisogna evitare ogni tipologia di cuscino almeno fino all’anno di vita, così come le coperte, per evitare il rischio di morte in culla.

Se ti stai chiedendo come mettere il neonato in culla dopo la poppata, non c’è una tecnica univoca. Prima di coricarlo è sufficiente che mantenga la posizione verticale per almeno 15 minuti per poi essere adagiato dolcemente di fianco o a pancia in su.

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Nel lettino

Il contatto con il bambino al momento della buonanotte è fondamentale per la sua tranquillità.

Spesso i genitori sono spaventati dall’idea che se si abitua il bambino a dormire nel lettone ci rimarrà per sempre. In realtà sempre più studi smentiscono questa credenza. Il co-sleeping ha molti benefici e invece di creare insicurezze e paure, come generalmente si crede, fa crescere i bambini forti e sicuri di loro stessi.

Ogni famiglia però, per essere serena, deve scegliere di adottare i metodi che più le sono vicini. Per addormentare un bebè nella sua camera è importante costruire una routine e osservare le sue abitudini. L’osservazione è una parte fondamentale della crescita di un figlio. Solo osservandolo potremo capire cosa ha che non va. A volte per non far piangere i più piccoli tendiamo a fare tutto ciò che ci viene in mente, spesso in maniera meccanica, sperando di azzeccarci.

In realtà ci sono alcuni segnali che possono aiutarci a capire cos’ha il nostro bambino. Facciamoci quindi delle domande e osserviamo: ha mangiato a sufficienza? Può essere che abbia le coliche o il mal di pancia? Può avere caldo o freddo? Può aver voglia di essere rassicurato? Osserviamo il nostro bambino e impariamo a conoscerlo e a fidarci del nostro istinto.

Generalmente, quando i neonati sono piccoli, tengono il pugno stretto quando hanno fame. Se invece inarca la schiena potrebbe avere qualche dolore. Oltre a questi segnali ci sono poi le particolarità del tuo bambino che con il tempo imparerai a conoscere.

Per aiutare il piccolo ad addormentarsi nel lettino, il genitore può inizialmente entrare nel lettino e mettersi al suo fianco, coccolandolo, massaggiandolo e tenendogli la manina finché il bambino riesce pian piano a rilassarsi e prendere sonno. La lettura di un buon libro è sempre un buon sistema per addormentare i bambini.

Per addormentare il piccolo nella sua camera impara a capire quando è stanco, poi prendilo in braccio e mettilo nel lettino. Abbassa la luce nella stanza e mettiti accanto a lui. Accertati che nella camera ci sia una temperatura piacevole e che il materasso sia confortevole.

Quando i bebè sono piccoli, per esempio, non amano stare negli spazi troppo aperti e per questo i riduttori o le fasce potrebbero farli sentire più al sicuro. Prima di introdurre questi oggetti fai sempre delle ricerche per capire se possono essere pericolosi.

Ad alcuni bebè poi piace essere coccolati. Puoi intonare per lui una dolce ninna nanna o raccontargli una storia. L’importante è avere una voce calma e rilassata che guidi il piccolo verso uno stato di rilassamento.

Cullare il piccolo con la carrozzina o tra le braccia e poi adagiarsi nel letto continuando con le coccole possono essere validi consigli.

In alternativa, un metodo meno brusco è quello di far addormentare il piccolo in braccio o nel proprio letto e poi trasferirlo nella culla. Per fare questo l’importante è aspettare che il bebè abbia superato la fase leggera del sonno e che sia in un ciclo più profondo. Generalmente questa fase dura di solito 20 minuti.

Consigli per le varie fasi di crescita

Nel corso della crescita, il neonato comunica i propri bisogni in maniera differente. La fisiologia del sonno muta ed evolve e così anche le necessità che il bambino ha da chi si prende cura di lui.

Tra i genitori è molto comune avere aspettative irrealizzabili su quanto debbano dormire i neonati.

Il sonno dei bambini non è come quello degli adulti. Mentre un ciclo del sonno di una persona grande è di circa 90 minuti, il sonno di un lattante dura circa 50-60 minuti. Inoltre, le fasi REM ossia i momenti in cui il sonno diventa più leggero sono più frequenti ed è proprio questa la ragione per cui i neonati possono svegliarsi spesso.

Questa differenza importante tra i due tipi di sonno è un vero e proprio meccanismo di difesa perché consente ai piccolini di svegliarsi facilmente nel caso qualcosa ostruisca le vie aeree. Nonostante la SIDS ossia la sindrome della morte improvvisa del lattante (Sudden Infant Death Syndrome), conosciuta anche come morte in culla (“Crib death”), sia un mistero ci sono alcune condizioni che sembrano favorirla e quindi bisogna conoscerle per evitarle.

1 mese, 2 mesi, 3 mesi

Nei primi mesi di vita di un bambino, la fase REM è una parte consistente del sonno complessivo di un infante.

Nonostante per i genitori e per chi si occupa del bambino sia faticoso gestire i continui risvegli, sono molto preziosi in questa fase perché permettono al bambino, come abbiamo detto, di rimanere sempre in uno stato superficiale di sonno. In questo modo, se qualcosa ostruirà le sue vie aeree, sarà in grado di svegliarsi.

Inoltre ci sono importanti differenze tra i neonati allattati artificialmente e quelli che invece vengono nutriti con il latte materno che è più facile da digerire e che quindi viene richiesto più spesso dal bambino.

Nei primi mesi quindi è essenziale la pazienza. Imparare a riconoscere, come vedremo nei prossimi capitoli, i segnali di stanchezza del piccolo e costruire per lui una routine serena e rassicurante che li aiuti a passare notti più serene.

5-6 mesi

Generalmente intorno ai 6 mesi si inizia lo svezzamento. Con il passaggio al cibo solido anche il sonno cambia. In particolare nei piccolini allattati con il latte materno il sonno potrebbe diventare più profondo. I cibi infatti hanno un potere saziante maggiore e questo spesso comporta più tranquillità durante le ore notturne.

Può accadere che invece proprio la novità sperimentata con il nuovo tipo di alimentazione agiti il bambino e lo porti ad avere notti complicate. In questo caso, oltre ad avere pazienza, si possono ridurre gli alimenti nuovi introdotti di volta in volta.

In questa fase di vita poi compaiono spesso i dentini. Questa può essere un’altra causa di difficoltà nel sonno perché il dolore alle gengive riduce di molto il benessere dei piccolini.

6-10 mesi

Intorno ai 6-10 mesi di vita molti piccolini iniziano a mettersi seduti e poi a gattonare. Questo passaggio evolutivo importante potrebbe stimolare anche nelle ore notturne il piccolo.

Potrà accadere, per esempio, di trovarlo seduto mentre dorme. In questo caso non dovrai far altro che rimetterlo sdraiato correttamente e tranquillizzarlo.

10 mesi e più

Un altro passaggio importante è quello che va dai 10 mesi in poi. Di solito molti neonati in questa fascia d’età iniziano a camminare.

L’emozione di questa indipendenza e la scoperta del mondo da un’altra prospettiva potrebbe stimolare parecchio il bambino al punto da avere molte più difficoltà a dormire. Mentre alcuni piccoli dormono meglio perché camminando si stancano, altri ne sono eccitati e arrivano troppo carichi all’ora della nanna.

Quando i neonati iniziano a camminare diventa ancora più importante introdurre, come vedremo, ninna nanne o letture che facciano fermare il bambino così da farlo rilassare e preparare alla notte.

12-36 mesi

Il bambino tra i 12-36 mesi ormai è grande e spesso ha iniziato a parlare. Un altro cambiamento grandissimo avvenuto in poco tempo che, proprio per questo, potrebbe creare qualche difficoltà nel rilassamento.

Anche in questo caso, per addormentare il piccolo, l’ideale è farlo sfogare dando al bambino dei picchi e lasciare invece attività più calme e rilassanti nelle ore precedenti alla nanna.

Come addormentare un neonato

Come far addormentare un neonato da solo?

Ci sono bebè che invece di natura non hanno bisogno di particolari rituali per addormentarsi. Si può quindi provare a metterli nella loro camera, raccontare loro una storia o cantargli una ninna nanna, e dargli la buonanotte dopo un bacio.

Per far in modo che il bebè si rilassi e si addormenti da solo è importante seguire dei piccoli accorgimenti: non stimolarlo con richiami e attività prima di dormire, non condividere il letto con il piccolo, abbassare le luci ed utilizzare rumori bianchi.

Fondamentale è lasciare che i bambini si distendano da soli.

Si può, in questo caso, uscire dalla stanza e aspettare un paio di minuti prima di rientrare così da far capire al piccolino che si è vicini se ha bisogno di noi ma che è arrivato il momento di dormire.

Per adottare questo metodo diventa ancora più prezioso capire quando il piccolo è stanco, quindi vediamo come riconoscere i segnali.

Sonnolenza neonato: come riconoscerla

Ci sono alcuni segnali che ci possono far capire che il nostro piccolo inizia a essere stanco e ha bisogno di riposo. Occorre fare caso a questi gesti per iniziare a parlare al bebè e prepararlo alla notte. Ecco i segnali che ci aiutano a riconoscere la stanchezza:

  • Muove braccia e gambe a scatti;
  • Si sfrega gli occhi;
  • Inizia a essere sbadato mentre gioca.

Quando ci accorgiamo che il piccolo ha bisogno di riposo chiediamogli se vuole andare a letto.

Consigli e metodi utili per far dormire un neonato

Come abbiamo visto, ogni bambino è diverso. Non tutti infatti hanno bisogno del nostro intervento per dormire quindi non diamogliene a prescindere. Può darsi che il nostro piccolo voglia solo sentire che siamo nella stanza.

Nel caso in cui abbia bisogno di più rassicurazioni ecco alcuni consigli che si possono seguire:

  • Pasto completo e saziante;
  • Bagnetto rilassante;
  • Carezze sul pancino;
  • Ninna nanne, rumore bianco, racconti a voce o letti da un buon libro della buonanotte;
  • Acqua da bere;
  • Attività rilassanti e propedeutiche all’addormentamento;
  • Mantenere sempre lo stesso ambiente per il sonno;
  • Mantenere lo stesso orario per andare a letto;
  • Pigiami morbidi e comodi.

Come fare addormentare un neonato senza seno?

Come tutti i cambiamenti inizialmente un bebè non si addormenterà senza seno se è stato abituato così. Questo non significa che non è possibile cambiare questa abitudine, vuol dire solo che ci vorrà un po’ di tempo e di pazienza.

Per addormentare un bambino senza seno, si può proporre il biberon con il latte o tenerlo a contatto con il genitore, cullandolo in braccio o con la fascia.

Cerca di ninnarlo in modo paziente ogni volta, sdraiandoti accanto a lui, massaggiandolo e coccolandolo. Ti consiglio di parlargli dolcemente e a voce bassa o canta la ninna nanna.

Per far dormire un neonato senza seno si può provare a farlo mangiare bene e poi, appena si colgono i segnali della stanchezza, metterlo a letto.

A questo punto poi si può provare a sostituire il seno con il ciuccio o semplicemente con la nostra presenza.

Quanto dorme un neonato?

Spesso come genitori abbiamo aspettative irrealizzabili sulla quantità di ore che un neonato dovrebbe dormire. Per questo motivo ho pensato di raccogliere alcuni dati che ti aiuteranno a capire la durata media della veglia e il numero di pisolini che un infante fa nel corso della crescita:

  • Neonato di 0-12 settimane: tanti sonnellini di 1-1,5 ore;
  • Neonato di 3-5 mesi: 3-4 sonnellini di 1,5-2 ore;
  • Neonato di 5-6 mesi: 3-4 sonnellini al giorno di 2-3 ore;
  • Bambini di 7-14 mesi: 2-3 sonnellini al giorno di 3-4 ore.

Neonato non dorme: cosa fare?

Oltre a seguire i consigli che abbiamo già visto nei capitoli precedenti, facciamo caso se ci sono queste condizioni:

  • È sazio, non ha fastidi alla pancia e non è sudato;
  • Il pannolino è asciutto;
  • L’abbiamo messo a letto nel momento in cui aveva sonno;
  • Il pigiama è comodo e non ha etichette o cuciture fastidiose;
  • Ha fatto il giusto numero di pisolini nell’arco della giornata.

Inoltre è utile ricordare che i bambini devono ancora abitarsi ai propri ritmi circadiani, ossia l’orologio biologico che ognuno di noi ha settato sulle 24 ore. Un buon metodo quindi è quello di esporli, durante il giorno, alla luce del sole e all’aria, in questo modo impareranno a distinguere il giorno e la notte e a fare propria l’alternanza.

Se tuo figlio passati 20 minuti non dorme è inutile insistere, innervosirebbe solo te e lui. Piuttosto si può uscire a fare una passeggiata o riportarlo in sala per qualche altro minuto di gioco rilassante.

Come fare dormire un neonato tutta la notte?

Forse sei arrivato fin qui in cerca di una formula magica per far dormire un neonato tutta la notte. Nessuno purtroppo può assicurarti un metodo per realizzare questo tuo desiderio. Come abbiamo visto però ci sono alcuni consigli che se messi in pratica aiuteranno il tuo piccolo a dormire serenamente.

Applicali con costanza e soprattutto osserva tuo figlio, nessuno meglio di lui potrà farti capire che cosa lo disturba e soprattutto guarda al piccolo come a un adulto e sii indulgente se una sera non ha sonno perché anche noi spesso siamo turbati o eccitati e di andare a dormire proprio non ne abbiamo voglia.

Perché il neonato non riesce ad addormentarsi?

Quando il neonato piange perché non riesce a dormire dobbiamo capire quale sia il metodo più adatto affinché il bambino si rilassassi e dorma serenamente.

Per prima cosa bisogna capire quale sia il motivo del pianto: fame, stanchezza, bisogni fisiologici, ricerca di attenzioni, malessere.

Molte volte il nostro neonato fatica ad addormentarsi pur essendo molto stanco. Di norma, nei primi mesi di vita, i bambini non raggiungono mai un sonno profondo ed è molto facile per loro svegliarsi frequentemente. 

Dormire ogni volta che si ha sonno per un un bimbo appena nato è fisiologico, un impulso naturale così come mangiare quando ha fame. Una poppata adeguata rende il bambino tranquillo per circa tre ore. 

Solitamente, il neonato nervoso non riesce a dormire e ad abbandonarsi al sonno, per cui è necessario creare una situazione di relax e di serenità in casa con l’obiettivo di metterlo a suo agio.

Per aiutarlo a comprendere la distinzione tra il giorno e la notte, bisognerà creargli una routine, realizzando un posto buio e silenzioso nelle ore notturne mentre, durante il giorno, non è consigliabile eliminare tutti i rumori e coprire ogni fonte di luce.

Domande frequenti

È corretto svegliare un neonato per poppata?

No, se il neonato cresce in salute e il peso è adeguato non c’è bisogno di svegliarlo per le poppate.

Neonato si dimena prima di dormire: è normale?

Se un neonato si dimena potrebbe volerci comunicare che ha qualche fastidio o dolore. Accertiamoci che non abbia cuciture o etichette fastidiose o che non abbia dolore ai denti o alla pancia.

Se notiamo che mancano questo tipo di fastidi potrebbe trattarsi di un po’ di nervosismo, molto comune a fine giornata.

Mettiamo allora una musica rilassante e cerchiamo di rassicurarlo finché non prende sonno.

Perché si sveglia quando lo metto nel lettino?

Come abbiamo visto, il sonno dei neonati è particolarmente leggero. Oltre alle frequenti fasi REM ci sono anche fasi di transizione che rendono ancora più facili i risvegli.

Come deve dormire un neonato?

Negli anni sono cambiate spesso le disposizioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) su quale sia la posizione più sicura per far dormire un neonato.

A oggi, secondo l’OMS, un infante deve dormire a pancia in su. In questo modo se avrà un rigurgito potrà ruotare la testa di lato e non soffocare.

A che età i bambini si addormentano da soli?

Non c’è una vera e propria età in cui i bambini iniziano a dormire da soli.

Quello che si può fare, come abbiamo visto, è imparare a conoscere nostro figlio e capire quali sono i suoi ritmi e le sue esigenze così da assecondarle.

Come abbiamo visto, quando i bambini sono piccoli hanno bisogno di abituarsi ai cicli di notte e giorno. Generalmente dopo i primi 3 mesi di vita fanno loro questo ritmo.

Come mettere il neonato in culla dopo la poppata?

Come abbiamo visto, un metodo efficace per far dormire un neonato è metterlo a letto dopo la poppata.

Nella maggior parte dei casi bisogna fare un po’ di prove per capire se il nostro piccolino ha bisogno di dormire profondamente prima di essere spostato o se invece riesce ad addormentarsi da solo se noi rimaniamo lì accanto.

Conclusione

Che tu sia una mamma o un papà ora avrai più chiaro cosa fare per favorire l’addormentamento di tuo figlio. Come abbiamo visto nel corso dell’articolo, bisogna far fronte alle esigenze dei nostri piccolini per favorire il loro e il nostro benessere.

Proprio per questo, l’ultimo consiglio che voglio darti è quello di non cercare di pensare alla messa a letto come a qualcosa da depennare dalla lista ma come a un momento da passare in famiglia.

Se hai bisogno di altri consigli e informazioni sullo sviluppo di tuo figlio, continua a seguire il mio blog. In ogni sezione troverai post appositi in cui ti spiego come sopravvivere all’ inizio della nuova vita alle prese con tuo figlio e come prenderti cura di lui al meglio.

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