Il neonato dorme solo in braccio? 4 metodi per superare questa fase

Quando Martin è venuto al mondo è stato per me il momento più bello della mia vita e posseggo ancora stampato nella mente quale fosse l’emozione di tenerlo in braccio per la prima volta.

Martin è il mio primo ed unico figlio al momento e oggi che ha appena compiuto 18 mesi posso affermare di aver sicuramente commesso degli errori con lui, anche se penso che sia normale per qualsiasi persona che si trova ad affrontare la prima esperienza da genitore.

Uno degli errori che maggiormente mi è pesato alla lunga è stato quello di addormentare in braccio il bambino. É iniziato per caso, o meglio, per la mia semplice voglia di tenerlo stretto a me, ma lentamente la questione è diventata sempre più difficile, al punto che il bambino non si addormentava più da solo nel suo lettino.

Penso sia iniziato intorno al terzo mese di vita, ma si è protratto a lungo, perché ricordo che il neonato aveva un peso sempre più importante e la mia schiena iniziava a far fatica a sorreggerlo.

Il problema era il fatto che Martin da sempre ha avuto un sonno difficile e che impiegava delle ore per riuscire a prendere sonno.

Dovevo cullarlo anche per un’ora intera accompagnato da un po’ di musica rilassante, per riuscire finalmente ad addormentarlo.

Un ulteriore problema era il fatto che Martin riusciva a prendere sonno solo molto tardi, in un orario compreso tra le 23 e le 2 di notte, dunque il giorno successivo andare a lavoro diventava per me sempre più faticoso.

Ammetto che in tutto ciò ci è sempre stato un lato fortemente egoistico, nel senso che per me cullare il mio piccolo tra le braccia è sempre stata un’emozione unica.

Il problema è che quando tutto ciò si ripete per ore tutti i santi giorni, la questione si trasforma da un magico momento ad un qualcosa di sbagliato, sia per la propria schiena che per il piccolo stesso, il quale col passare del tempo dovrebbe imparare a prendere sonno nel suo lettino.

Siete curiosi di scoprire come ne sono venuto fuori? Come fare se un neonato si addormenta solo in braccio? Come evitare che il neonato dorma solo in braccio? Come disabituare un neonato a dormire nel lettone? É quello che cercheremo di comprendere oggi nella nostra guida.

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Perché il neonato dorme solo in braccio?

Provate ad immaginare di trascorrere 9 mesi nel ventre materno, serviti e riveriti. Poi provate a pensare di venir fuori dal ventre e trovarvi all’improvviso al mondo.

Esiste forse un trauma più grande di questo?

Ovviamente no! I neonati amano il contatto fisico perché gli ricorda il contatto diretto che hanno avuto per 9 mesi con la loro mamma.

Gli ultimi mesi di vita nel grembo materno e i primi mesi di vita vera e propria, vanno concepiti come un unico percorso, nel quale il neonato comprende a piccoli passi di essere venuto al mondo e, in questa fase, cerca le medesime sensazioni che hanno caratterizzato la sua vita nella pancia della mamma.

L’abbraccio e il contatto con mamma e papà ricreano nel piccolo quel sentimento di protezione e sicurezza, del quale il bambino ha ancora bisogno.

Ecco perché i nostri piccoli pargoli adorano dormire in braccio dei genitori ed ecco il motivo per cui, se gli darete occasione, loro ne approfitteranno e cercheranno sempre questo contatto ogni qualvolta necessitano di fare la nanna.

Il neonato dorme solo in braccio

Dormire in braccio è una cattiva abitudine?

In passato giravano voci che sostenevano che il fatto che il neonato dormisse solo in braccio fosse una pessima abitudine, che avrebbe potuto portare a difficoltà nello sviluppo fisico del bambino.

Ad oggi tuttavia, non conosco alcuno studio valido che confermi questa tesi, dunque non occorre certamente preoccuparsi.

Quello che a mio avviso è sbagliato in questa abitudine sono due altri pensieri che mi sento di condividere.

Il primo è che, fin quando il neonato è tanto piccolo, diciamo fino ai 3 mesi, dormire in braccio è decisamente un atto dolce e amorevole sia per il bambino che per il genitore.

Quando però il bambino cresce, io stesso da genitore capivo che lui aveva il bisogno di iniziare ad imparare a dormire in autonomia nel suo lettino. Oramai diventava sempre più grande ed è ovvio che se il piccolo a 8 mesi dorme ancora solo in braccio al genitore possa non essere il massimo.

Il secondo pensiero è quello legato al genitore. Con il passare dei mesi il mio piccolo Martin pesava sempre di più e quando è arrivato alla soglia dei 10 kg la mia schiena era a pezzi.

E se poi mi fosse successo qualcosa, mia moglie non sarebbe mai stata in grado di cullarlo per un’ora intera. Anche mamma e papà hanno diritto di non essere obbligati ad addormentare il neonato in braccio.

Questo deve essere un piccolo vizio da dare al bimbo quando gli si vuole concedere un po’ di dolcezza in più e non diventare un obbligo.

Sono questi i motivi per cui i genitori, prima o poi, capiscono che è arrivato il momento di cambiare qualcosa, magari passando alla culla co-sleeping, che permette al bambino di rimanere sempre accanto alla mamma e al papà.

Come abituare il neonato alla culla?

Per quanto possa sembrare semplice, abituare il bambino a dormire nella culla non è affatto semplice e io personalmente le ho provate veramente tutte.

Ricordo che lessi un libro illuminante, che mi sento di consigliarvi, perché ha una visione molto interessante dell’educazione dei bambini. Si chiama Il Linguaggio Segreto dei neonati, di Tracy Hogg.

La scrittrice parla del “problema” dell’addormentamento in braccio e suggerisce una tecnica che io ammetto di non aver mai provato.

Consiglia di mettere il bambino nel lettino e prenderlo in braccio non appena inizi a lamentarsi. Dopo che il bambino si è tranquillizzato, va rimesso nel lettino e al primo accenno di pianto va di nuovo ripreso in braccio e calmato.

Questo procedimento va ripetuto tante e tante volte, fino a quando il bambino non si addormenta da solo. La prima volta, racconta la scrittrice, è possibile ripetere l’operazione anche 80 volte, ma con il passare del tempo la situazione dovrebbe migliorare sempre di più.

Esistono poi altri trucchetti da seguire, che vi consiglio di applicare tutti quanti. Vediamo insieme quali sono.


#1 I riduttori

Immersi in un lettino di grandi dimensioni, i neonati si sentono spesso perduti, abituati come sono a stare stretti all’interno del grembo materno.

Ecco perché di solito si usano dei riduttori nei lettini. I riduttori altro non sono che delle sorta di imbottiture che riducono lo spazio interno dei lettini e tengono il neonato più stretto all’interno.

Per Martin io ho preso il modello che segue e l’ho usato a lungo, almeno sino ai 10 mesi del bambino.

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Il bambino ha sempre sembrato apprezzarlo di buon grado e penso che abbia svolto il suo ruolo nell’aiutare il piccolo e prendere confidenza con il lettino.


#2 Il doudou

Questo è forse l’elemento essenziale per il neonato: il doudou è un piccolo pupazzetto che di solito diventa subito il miglior amico del piccolo.

Martin ha 3 doudou diversi, ma nessuno di questi è importante come Celestino, il suo super amico che lo accompagna sempre durante la nanna.

Il doudou svolge un ruolo importantissimo e i consiglio vivamente di trovarne uno anche voi per il vostro bambino. Di seguito trovate il doudou di Martin.

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Ne esistono ovviamente di ogni forma e colore, sia per bambini che per bambine.


#3 Fasce contenitive

Ci sono poi delle fasce contenitive che stringono il neonato e svolgono un po’ lo stesso ruolo del riduttore, ovvero fasciano il piccolo e lo riportano alle stesse sensazioni che poteva provare all’interno del grembo materno.

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Ne comprai una anche io, ma in questo caso la mia esperienza non è stata positiva, poiché Martin non le ha mai digerite.


#4 La culla fianco letto

Anche chiamate come culle co-sleeping, le culle fianco letto consentono di posizionare il piccolo accanto al lettone dei genitori e sono, a mio avviso, indispensabili quando il neonato viene al mondo.

Oltre ad essere un ottimo modo per monitorare il bambino durante la notte, questo tipo di culla consente anche di agevolare il lavoro di mamma e papà nelle ore notturne, senza la necessità di spostarsi da una stanza all’altra.

Per Martin io comprai la famosa culla Next to Me della Chicco: potete leggere la mia recensione qui.

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Come sono riuscito a far dormire Martin nel suo letto?

Ammetto che è stata un’impresa impossibile e che io e mia moglie abbiamo fatto molto di più di ciò che vi ho consigliato in precedenza, con risultati altalenanti.

Il bambino non voleva proprio saperne di dormire nel suo lettino e penso che la sua culla fianco letto sia rimasta immacolata sino ai 4 mesi del piccolo.

Ricordo che i primi segni di miglioramento riuscimmo ad ottenerli con la nanna del primo pomeriggio. In quella fase capitava che il bimbo riuscisse ad addormentarsi nella culla.

Trascorse ancora qualche mese prima che Martin riuscisse a dormire una notte in culla, ma nella fase di avvicinamento, iniziai a far dormire il piccolo in braccio e posizionarlo nella culla, quando sentivo che mancava poco a prendere sonno.

In questo modo almeno il bambino aveva la coscienza di trovarsi nel suo lettino. Diverso sarebbe stato metterlo nel lettino una volta che fosse completamente addormentato, poiché non essendo cosciente, non sarebbe stato così utile.

Molto lentamente Martin iniziò a prendere confidenza con la sua culla e iniziò a comprendere che al suo interno non si sta poi così male.

Penso che fosse l’ottavo mese di Martin quando finalmente dormì la sua prima notte all’interno e per noi fu una grande vittoria.

La soddisfazione più grande rimase comunque quella di vedere Martin per la prima volta indicare la culla, per comunicarci la sua voglia di sdraiarsi all’interno.

Quel momento lo ricordo ancora oggi indelebile, come una delle più belle vittorie della mia vita.

Il mio consiglio rimane dunque quello di provarle tutte. Comprate qualsiasi cosa possa darvi una mano e non mollate mai.

Ma mi raccomando, non usate mai l’antica tecnica di lasciare il bambino piangere nella culla fino allo svenimento. Un simile comportamento causa un trauma non da poco nel piccolo, che potrebbe faticare a dimenticare.

Piuttosto armatevi di grande pazienza e non demordete mai: vedrete che prima o poi riuscirete anche voi a vincere questa difficile battaglia!